| Rai e Mediaset alleate nello spazio per frenare Sky Un nuovo satellite taglierà la possibilità di vedere le due reti generaliste sull’emittente a pagamento ARMANDO ZENI MILANO Sarà anche concorrenza dura, quella concorrenza che per il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri è «il sale dell’economia», ma assomiglia tanto a una guerra. Combattuta senza esclusioni di colpi. Da una parte Sky Italia, pay tv satellitare di Rupert Murdoch che in cinque anni ha raddoppiato gli abbonati, triplicato il fatturato, quadruplicato i dati di ascolto. Dall’altra Mediaset, le tv del Biscione, leader per fatturato, ascolti e introiti pubblicitari. Una guerra dagli esiti oscuri ma dall’obbiettivo chiaro: il primato nell’etere tricolore, mercato da 9 miliardi di euro che legittima tutto, sgambetti, punzecchiature, dispetti e qualcosa di più. Così per una Mediaset che si allarga nell’offerta pay tv dal calcio ai film all’intrattenimento per ragazzi, ecco Sky sfidarla nel sacra sacrorum della tv generalista, il varietà, imbarcando lo showman più popolare d’Italia e sfilando Fiorello alla Rai, scippo che più di ogni altro ha reso evidente la durezza dello scontro fosse solo per quella battuta di Berlusconi a Fiorello: «Allora passi al nemico?». Già, Sky e Mediaset, carissimi nemici. Altri tempi quelli dei vertici Murdoch-Berlusconi sponsorizzati dal comune amico Tarak Ben Ammar («Dicevano - ricorda sorridente - che insieme avrebbero ammazzato la Rai...»), altri tempi quelli della possibile cessione (bloccata dai figli) di Mediaset allo Squalo. Ora sono colpi di mortaio: il raddoppio dall’Iva per gli abbonamenti della pay tv deciso dal governo, la protesta in diretta di Sky con in bella vista sullo schermo la frase di Berlusconi in campagna elettorale: «Non metteremo mai le mani nelle tasche degli italiani».
Carissimi nemici, appunto. In politica con Sky accusata di “pendere a sinistra” ma soprattutto nelle strategie di mercato. Già, perchè ormai il terzo polo Sky, col suo 9,3% di share apparentemente lontano dal 40% di Rai e dal 42% di Mediaset, continua a crescere e, se anche non avverrà nel 2010 (come aveva previsto ITMedia Consulting) il sorpasso della pay tv su quella in chiaro, mette paura ai concorrenti. Che preparano il contrattacco. Un contrattacco che farà perno sul nuovo che avanza, su quella televisione digitale che entro il 2012 sostituirà in tutt’Italia la cara, vecchia tv analogica. Sarà guerra di piattaforme, sintetizzano gli esperti: digitale terrestre contro satellite. Da una parte Rai e Mediaset unite nel digitale terrestre, dall’altra Sky fedele al satellite con possibilità (dopo il 2011: l’ha imposto l’Europa) di sbarcare anche nel terrestre. Grandi manovre in corso. Con l’ultimo colpo sferrato dai supporter del digitale terrestre con Tivù Sat (48% Mediaset, 48% Rai, 4% Telecom), piattaforma digitale che da giugno utilizzerà per la prima volta il satellite, in diretta concorrenza quindi con Sky, per diffondere in chiaro i canali Rai, Mediaset e la 7 nelle aree dove non sarà possibile arrivare col digitale terrestre. E’ successo in Sardegna dove in una parte dell’isola, dopo l’avvio dello “switch-off”, il passaggio dall’analogico al digitale, per la particolare conformazione oragrafica il segnale non è arrivato spegnendo i teleschermi. Potrebbe ripetersi altrove, nelle zone dei prossimi switch-off, e così Rai e Mediaset sono corse ai ripari adottando il satellite: «il servizio pubblico deve garantire la visione a tutti», ha spiegato Cappon negando di voler costruire con Tivu Sat una piattaforma concorrente a Sky.
Tempo al tempo. Intanto, dopo il primo passo soft è pronto un secondo più hard: l’uscita da Sky dei programmi Rai e Mediaset oggi visibili gratuitamente sulla piattaforma satellitare di Murdoch. Succederà a giugno e Confalonieri preannuncia così l’addio: «Dicono che Sky è la tv più bella, non esageriamo, ha 150 canali ma il 40% dell’ascolto lo fa con i nostri 3 canali e con i 3 della Rai. Forse bisogna fare qualcosa». Più esplicito Cappon: «A giugno usciremo dal satellite». Per la gioia dell’uomo Rai per eccellenza, Bruno Vespa, che non ha dubbi nel confessare l’insoffernza per quella che chiama “sudditanza psicologica” da Sky: «In casa - dice - per guardare la Rai sono costretto a uscire da Sky digitando 101 sul telecomando». Inaudito.
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