Passaggio al digitale terrestre, switch off più vicini ma anche più lontani

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view post Posted on 4/4/2011, 20:25

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Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n.74 del 31 marzo 2011 è entrato in vigore il c.d. Decreto Omnibus all'interno del quale è contenuta una norma (articolo 4) che dovrebbe spianare la strada al processo di digitalizzazione delle aree tecniche non ancora digitalizzate. Come è noto una delle cause dello stop subito dal calendario ministeriale sugli switch-off è rappresentato dalla impossibilità di garantire alle emittenti locali la conversione 1 a 1, ovvero una frequenza digitale per ogni frequenza analogica. L'impossibilità si è palesata nel momento in cui il Governo, con la Legge di stabilità approvata lo scorso dicembre, ha deciso di utilizzare la banda 800 MHz corrispondente ai canali dal 61 al 69 ai servizi di telefonia mobile in banda larga.
Le emittenti locali che finora hanno potuto contare su 27 frequenze ne avranno a disposizione solo 18, numero assolutamente insufficiente per garantire a tutti i soggetti locali di diventare operatori di rete. La sottrazione delle 9 frequenze interesserà non solo le emittenti operanti nelle aree ancora da digitalizzare, ma anche tutti i soggetti già migrati al digitale terrestre.
La norma introduce dei criteri selettivi per stabilire chi potrà essere operatore e chi invece dovrà accontentarsi di fare il fornitore di servizi di media audiovisivi facendosi trasportare, dietro pagamento di un canone il cui ammontare dovrà essere stabilito dall'Agcom, dai
"colleghi" più fortunati.
L'art.4 del Decreto Legge prevede l'anticipo del passaggio al digitale terrestre dell'intera penisola dal 31/12/2012 al 30/06/2012. Ciò significa dover concentrare gli switch-off di Liguria, Toscana, Umbria, Marche, Molise, Abruzzo, Puglia, Calabria, Sicilia e della provincia di Viterbo in 9/10 mesi. Entro il 30 settembre dovrebbe espletarsi l'Asta sui canali 61-69, data entro la quale le compagnie telefoniche aggiudicatrici dovranno versare allo Stato il corrispettivo per l'aggiudicazione dei diritti d'uso delle frequenze. La legge prevede che il 10% (fino a massimo di 240 mln di euro) di tale corrispettivo dovrà poi essere retrocesso a titolo di indennizzo alle circa 150/180 Tv Locali espropriate.
Qui sorge un altro grosso problema: nelle aree digitalizzate le emittenti locali per la conversione degli impianti hanno investito - in media - solo pochi mesi fa importi decisamente superiori a quanto andranno ad incassare con l'indennizzo. Gli editori locali temono di subire un grosso danno patrimoniale oltre a quello economico determinato
dal vistoso e generalizzato calo dei ricavi pubblicitari.
La sola iniziativa legislativa messa in campo dal Governo con l'approvazione della norma inserita nel Decreto Omnibus potrebbe non essere sufficiente a "blindare" il successo dell'Asta e l'attuazione del calendario degli switch-off (che dovrà essere approvato entro il prossimo 30 settembre).
Non è da escludere che le emittenti locali, anche in virtù della incongruità dell'indennizzo, facciano massicciamente ricorso al TAR, provocando quanto meno un ritardo all'attuazione del calendario stesso.

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